Se chiedo a chiunque sul globo, indipendentemente dalla religione o nazionalità, credo che sarebbero poche le persone che potrebbero dare una definizione su come deve essere un buon collega al posto di lavoro.
In sostanza, non vi è alcuna definizione standard per spiegare ciò che significa essere un buon collega sul luogo di lavoro, ma siamo in grado di orientarci dopo un paio di regole non scritte. Questo viene da dentro di ciascuno di noi, secondo la persona, e dipende dal rispetto che dimostriamo, generalmente per le altre persone.
Comunque, a mio parere, l’atteggiamento verso i colleghi è strettamente connesso con le abilità di comunicazione e dell’importanza che ogni uno attribuisce ai rapporti interpersonali.
Se chiedo a chiunque sul globo, indipendentemente dalla religione o nazionalità, credo che sarebbero poche le persone che potrebbero dare una definizione su come deve essere un buon collega al posto di lavoro.
In sostanza, non vi è alcuna definizione standard per spiegare ciò che significa essere un buon collega sul luogo di lavoro, ma siamo in grado di orientarci dopo un paio di regole non scritte. Questo viene da dentro di ciascuno di noi, secondo la persona, e dipende dal rispetto che dimostriamo, generalmente per le altre persone.
Comunque, a mio parere, l’atteggiamento verso i colleghi è strettamente connesso con le abilità di comunicazione e dell’importanza che ogni uno attribuisce ai rapporti interpersonali.
Sul posto di lavoro si dovrebbe avere un atteggiamento giusto, si deve provare ad evitare le critiche per coloro che ci circondano e, se abbiamo da sollevare obbiezioni dobbiamo farlo con diplomazia e buon senso. Inoltre sarebbe saggio evitare a trarre troppo in fretta delle conclusioni senza conoscere tutti i dati del “problema” senza conoscere tutti i dettagli e non per ultimo, la necessità di analizzare la situazione in quale si trova la persona e si deve far un minimo sforzo per comprendere la reazione positiva o negativa.
Se siete nel bel mezzo di un conflitto sarebbe auspicabile cercare di risolvere la situazione, portando solidi argomenti con lo scopo di ripristinare la pace e la buona comprensione nel dipartimento.
È normale tener conto delle persone che ti stano intorno, conoscere le loro passioni e gli atteggiamenti verso la tua persona, e questo è necessario per conoscere come è meglio agire in situazioni diverse. Se si ha a che fare con una persona aperta, il tuo atteggiamento sarà uno identico, ma devi mantenere il rapporto professionale e non ti devi appoggiare soltanto sull’amicizia, poiché sul primo piano sono le responsabilità del lavoro. Per una buona collaborazione ideale sarebbe avere la capacità di abbinare l’amicizia con la professionalità, per evitare di violare il confine tra loro. Quando si lavora con una persona opposta a quella sopra presentata, si deve trattare con rispetto e con cortesia e ci si deve limitare ad un rapporto strettamente professionale.
In una situazione in cui ci sono colleghi che hanno l’abitudine di “pugnalare alla schiena” un buon atteggiamento sarebbe quello di ignorare, evitare, ma senza essere scortese.
Dal mio punto di vista, per un buon rapporto al lavoro, dovremmo cercare di dimostrare sincerità, collegialità ed avere un atteggiamento senza malizia, ipocrisia e arroganza, a lavorare per eliminare l’idea di individualismo dalla nostra collettività, l’idea di “importante è che io sto bene, il resto … non importa”.
Non dimentichiamoci che, visto che al lavoro passiamo più della meta della giornata, sarebbe meglio considerarci una squadra, e di comportarci uni con gli altri come i membri di una famiglia numerosa.
Così, per concludere, per essere un buon collega, è necessario ricordarci in anzi tutto che siamo tutti esseri umani e dobbiamo rispettarci, essere educati, senza rancori e cercare di aiutarci tra noi, se abbiamo questa possibilità.