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deMocanu Andra Dicembre 22, 2023

I buoni pasto e i buoni vacanza saranno maggiorati a partire dal 1° gennaio 2024.

I dipendenti con queste prestazioni riceveranno il 10% in meno, a partire da gennaio 2024.

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La legge 296/2023 su alcune misure fiscali e di bilancio “per garantire la sostenibilità finanziaria a lungo termine della Romania” è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 27 ottobre 2023 e prevede la tassazione con CASS (10%) dei buoni pasto e dei buoni vacanza concessi dai datori di lavoro ai lavoratori, a partire dal reddito di gennaio 2024. In sostanza, questo significa che i dipendenti che hanno questi benefit riceveranno il 10% in meno, a partire dal reddito di gennaio 2024.

Come vengono addebitati ora e qual è il valore dei buoni pasto?

Al momento, i buoni pasto sono esenti da contributi sociali. Per il dipendente, tuttavia, si applica l’imposta sul reddito (10%) e per il datore di lavoro i buoni pasto sono spese deducibili.
Il valore massimo di un buono pasto è di 35 lei a partire dal 1° agosto 2023, che salirà a 40 lei dal 1° gennaio 2023 in base all’ordinanza d’emergenza n. 69 del 27 luglio 2023.

Va notato che i datori di lavoro non sono obbligati a concedere buoni di valore nominale fino al massimo consentito dalla legge, quindi un datore di lavoro può anche concedere buoni di valore inferiore.

Come vengono ora tassati e qual è il valore dei buoni vacanza?

Attualmente i buoni vacanza sono esenti dal pagamento dei contributi previdenziali. Per il dipendente, tuttavia, si applica l’imposta sul reddito (10%) e per il datore di lavoro i buoni vacanza sono spese deducibili.

I datori di lavoro possono concedere buoni vacanza fino a un massimo di sei salari minimi lordi per Paese, garantiti in pagamento, durante un anno fiscale.

Queste prestazioni saranno ancora redditizie?

La modifica legislativa che prevede l’applicazione di un’imposta CASS del 10% a queste prestazioni, oltre all’imposta del 10% attualmente applicabile, rende lo Stato l’unico vincitore. A rimetterci sono sia i dipendenti che i datori di lavoro.

Per quanto riguarda la redditività di queste prestazioni, anche se saranno tassate in eccesso dal 1° gennaio 2024, entrambe le prestazioni sono ancora una buona opzione al posto di un aumento di stipendio perché sono esenti dalla CAS (25%).