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Quando la legge divide l’ingiustizia

La struttura introdotta nel dicembre dello scorso anno dalla legge 239/2020 è rivolta alle aziende che spendono per l’istruzione precoce e possono dedurre tali costi dall’imposta sul reddito dovuta.

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Ultimamente siamo abituati a vedere norme giuridiche che non hanno norme di attuazione e quindi non sappiamo come metterle in pratica senza correre rischi.

Inoltre, alcuni regolamenti creano confusione e disuguaglianze tra le aziende e/o i loro dipendenti.

Un caso concreto è la struttura introdotta lo scorso dicembre dalla legge 239/2020 che modifica il codice fiscale. Secondo lei, le aziende che pagano l’istruzione precoce abbassano questi costi dalla tassa sul profitto dovuto, ma non più di 1.500 lei al mese per ogni bambino.

Questo è il modo in cui una buona intenzione può trasformarsi in una discriminazione tra i dipendenti che lavorano nelle società soggette all’imposta sulle società e quelli che sono impiegati dalle società soggette all’imposta sul reddito.

In altre parole, una differenziazione è fatta a livello fiscale: Le società che pagano l’imposta sul reddito possono recuperare gli importi concessi ai dipendenti con figli fino a 7 anni di età per mancato pagamento al bilancio dello Stato degli importi di imposta sul reddito, salari, IVA, accise, e per le microimprese non è specificato tale strumento.

I proprietari di microimprese possono concedere ai dipendenti un massimo di 1.500 lei/ mese per i bambini fino a 7 anni, ma questo importo non può essere recuperato da imposte sul reddito o altre imposte/ contributi.

E questo non è l’unico aspetto discutibile della legge. Permangono alcune questioni irrisolte che inducono i datori di lavoro a non applicare il regolamento.

Riteniamo assolutamente necessario porre rimedio alla disuguaglianza creata tra le due categorie di imprese, e vogliamo anche norme di attuazione che rispondano alle seguenti domande:

  • possiamo o no concedere 1500 lei/mese indipendentemente dalla forma di istruzione che il figlio del dipendente prende;
  • possiamo assegnare ad un dipendente 1500 lei/mese per ogni figlio o solo per uno di essi;
  • l’impianto può o non può essere concesso per un importo massimo di dipendenti che lavorano a tempo parziale o su una base di telelavoro;
  • il pagamento è effettuato direttamente o può essere versato all’istituto scolastico;
  • il dipendente deve o no dimostrare che lui o lei paga l’intero importo ricevuto per l’istituto scolastico; in caso contrario, come sapremo quale è la spesa effettiva;
  • possono ricevere entrambi i genitori 1500 lei/mese ciascuno, o solo uno di loro, e a quali condizioni;
  • ciò che accade quando il bambino non frequenta i corsi per vari motivi, ad esempio, è malato;
  • cosa accade durante il periodo di sospensione o riduzione del lavoro del dipendente che beneficia del servizio;

L’elenco delle domande potrebbe continuare. Più a lungo i datori di lavoro saranno scoraggiati dall’applicare il presente regolamento.