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deAdela Cristea Luglio 6, 2009

Cosa si aspetta il mondo imprenditoriale dai Governanti nel periodo della crisi?

Qualche mese fa, la crisi economica era, secondo tanti, un pretesto per le grosse aziende di ridurre i costi, un soggetto “sovra-alimentato” da mass media, un pretesto per i Governi per non concedere aumenti di stipendi nel settore Statale, etc. Anche tra quelli che hanno accettato l’esistenza della crisi, emerge l’opinione che questa sarà come un’onda, che durerà 5-6 mesi, spazzerà via qualche azienda, bilancerà i disequilibri, evidenti per tutto il mondo, dopo di che le cose torneranno „al normale” cosi come erano prima.

Oggi, nessuno non ha dubbi sulla realtà e la profondità di questa crisi, sul fatto che essa colpisce, a turno, tutti i paesi ed i settori dell’economia, che sarà una crisi durevole, e che passeranno anni finché le cose saranno di nuovo come erano nell’estate del 2008. Forse in qualche settore di attività non arriveranno più a quei vertici.

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Qualche mese fa, la crisi economica era, secondo tanti, un pretesto per le grosse aziende di ridurre i costi, un soggetto “sovra-alimentato” da mass media, un pretesto per i Governi per non concedere aumenti di stipendi nel settore Statale, etc. Anche tra quelli che hanno accettato l’esistenza della crisi, emerge l’opinione che questa sarà come un’onda, che durerà 5-6 mesi, spazzerà via qualche azienda, bilancerà i disequilibri, evidenti per tutto il mondo, dopo di che le cose torneranno „al normale” cosi come erano prima.

Oggi, nessuno non ha dubbi sulla realtà e la profondità di questa crisi, sul fatto che essa colpisce, a turno, tutti i paesi ed i settori dell’economia, che sarà una crisi durevole, e che passeranno anni finché le cose saranno di nuovo come erano nell’estate del 2008. Forse in qualche settore di attività non arriveranno più a quei vertici.

Qualche mese fa, la crisi economica era, secondo tanti, un pretesto per le grosse aziende di ridurre i costi, un soggetto “sovra-alimentato” da mass media, un pretesto per i Governi per non concedere aumenti di stipendi nel settore Statale, etc. Anche tra quelli che hanno accettato l’esistenza della crisi, emerge l’opinione che questa sarà come un’onda, che durerà 5-6 mesi, spazzerà via qualche azienda, bilancerà i disequilibri, evidenti per tutto il mondo, dopo di che le cose torneranno „al normale” cosi come erano prima.

Oggi, nessuno non ha dubbi sulla realtà e la profondità di questa crisi, sul fatto che essa colpisce, a turno, tutti i paesi ed i settori dell’economia, che sarà una crisi durevole, e che passeranno anni finché le cose saranno di nuovo come erano nell’estate del 2008. Forse in qualche settore di attività non arriveranno più a quei vertici.

Inoltre, diventa sempre più evidente per tutto il mondo (ad eccezione di alcuni dei nostri governanti) il fatto che l’unica soluzione per uscire dalla crisi è stimolare e rilanciare il mondo imprenditoriale privato. La riduzione delle spese di budget è molto importante nel periodo della crisi, ma alla fine questa avrà come effetto la riduzione del consumo. Cosi che, il deficit del budget andrà a aggravarsi continuamente. In conclusione, l’unica soluzione resta il rilancio del mondo imprenditoriale, quello che, attraverso le tasse e le imposte che paga, sostiene anche l’intero dispositivo pubblico.

La questione da porsi è: come? Rispettivamente quali sono i bisogni di questo mondo imprenditoriale privato ad oggi, oppure, in altre parole, cosa ci aspettiamo dai nostri Governanti?

Descrivo, di seguito, qualche semplici misure, che secondo la mia opinione, rappresenterebbero bolle di ossigeno per l’intero mondo imprenditoriale.

  • Ridurre la tassazione dei stipendi, per incoraggiare il mantenimento di molti dipendenti; questa misura non altera il budget, ma, al contrario nella situazione in quale non verrebbe applicata, abbastanza presto tanti attuali „dipendenti” diventeranno „assistiti socialmente”, che rappresenterebbe un’ulteriore spesa supplementare per il budget. Tale misura, applicata anche temporaneamente (per un anno) avrebbe effetti immediati sia nel mantenimento dei posti di lavoro che nella crescita del consumo.
  • La riduzione delle tasse parafiscali, della burocrazia e dei costi collegati all’assistenza fiscale; queste misure ridurrebbero i costi indiretti delle aziende dovuti alla burocrazia eccessiva e, nello stesso tempo, ridurrebbero i costi governatoriali afferenti la riscossione e l’amministrazione delle tasse ed imposte.
  • Riduzione notevole del numero di dichiarazioni mensili / trimestrali che l’azienda deve presentare, che indirettamente rappresenterebbe la riduzione delle spese di amministrazione delle società.
  • Introduzione di stimolanti per le società che assumono personale nel periodo della crisi.
  • L’aumento delle deducibilità per stimolare il consumo.
  • L’arresto delle esecuzioni coattive per i ritardi nel pagamento delle tasse, visto che questa misura porta il contribuente nell’impossibilità di continuare la sua attività, e da l’altra parte i contribuenti vengono già penalizzati con sanzioni per i ritardi.
  • Conferire un premio alle aziende che pagano le tasse e le imposte a scadenza con una riduzione concessa al pagamento in anticipo.
  • Rimborso rapido dell’IVA e la compensazione in automatico di qualsiasi debito al budget dello Stato o dei fondi speciali con le somme da rimborsare dal budget oppure altri fondi speciali.
  • Incentivare le misure di crescita della competitività delle imprese e dell’espansione di queste all’estero.
  • Il conferimento di agevolazioni fiscali per le società che durante il periodo di crisi effettuano investimenti che generano la creazione di nuovi posti di lavoro.
  • Eliminare l’obbligatorietà della rivalutazione degli immobili detenuti dalle società commerciali, ogni 3 anni, visto che nel attuale contesto non si provvedono nuovi aumenti del valore. Questo obbligo genera soltanto un costo supplementare afferente la rivalutazione.
  • La regolamentazione delle zone franche, che in presente hanno perso tutte le agevolazioni fiscali, ma che richiedono agli imprenditori in queste zone una serie di imposte indirette (tasse per accesso, etc) situazione che obbligano gli imprenditori di lasciarle ed, implicitamente generano la perdita di tanti posti di lavoro.

Nel settore dell’Amministrazione locale sarebbe opportuna la riduzione delle tasse locali afferenti gli immobili con carattere industriale, con lo scopo di mantenimento di questi investimento all’interno delle comunità locali. É noto il fatto che la maggior parte degli immobili sono sovra valutati per il boom immobiliare degli ultimi anni, che da una parte porta ab un valore imponibile superiore al valore reale e attuale dell’immobile, e da l’altra parte le amministrazioni locali applicano un livello elevato di tassazione, livello che oggi non è reale.

Queste sono soltanto poche delle aspettative che il mondo imprenditoriale spera di avere da parte dei Governanti. Ma la maggior aspettativa del mondo imprenditoriale oggi è la velocità di reazione del Governo e l’applicazione rapida di misure anti – crisi. Qualunque esse siano. Se pensiamo ad esse in 2009 e andremo ad applicarle nel 2010 per tantissimi sarà troppo tardi. È noto che la prevenzione e l’intervento rapido sono sempre meno costose che il trattamento degli effetti. Quindi non dimentichiamoci che siamo già a luglio 2009. La crisi è cominciata nel autunno del 2008…