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Ufficiale: modifiche al salario minimo dal 1° luglio 2024

A partire dal 1° luglio 2024, il salario minimo lordo di base nel Paese passa da 3.400 lei a 3.700 lei lordi mensili e l’importo non imponibile del salario minimo lordo da 200 a 300 lei.

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A partire dal 1° luglio 2024, il salario minimo nazionale lordo garantito di base di cui all’articolo 164, paragrafo 1, lettera a), del Trattato sull’Unione europea è il salario minimo. (1) della Legge n. 53/2003 del Codice del Lavoro, ripubblicata, con successive modifiche e integrazioni, è fissato in denaro, escluse le indennità, i bonus e altre integrazioni, all’importo di 3.700 lei al mese, per una normale giornata lavorativa di 168 ore al mese, pari a 22,024 lei/ora. La modifica fa seguito alla pubblicazione del D.D.G. n. 598/2024 nella Gazzetta Ufficiale n. 529 del 6 giugno 2024, a seguito dell’annuncio fatto dal Primo Ministro Marcel Ciolacu il 23.05.2024.

A seguito di questa modifica, a partire dal 1° luglio 2024, un dipendente a cui viene corrisposto il salario minimo lordo di 3.700 lei avrà un salario netto di 2.363 lei (300 lei non tassabili), il costo totale a carico del datore di lavoro sarà di 3.777 lei. I dipendenti riceveranno quindi 284 lei in più al mese rispetto al livello salariale del giugno 2024, quando il salario minimo lordo nel Paese garantito in pagamento era di 3.300 lei a partire dal 1° ottobre 2023, ovvero 2.079 lei netti, con un costo totale a carico del datore di lavoro di 3.370 lei.

Allo stesso tempo, a seguito della GEO n. 59/2024 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 534 del 7 giugno 2024, l’importo non imponibile del salario minimo lordo sarà aumentato da 200 a 300 lei a partire dal 1° luglio 2024. In particolare, i datori di lavoro non dovranno pagare l’imposta sul reddito o i contributi previdenziali su questo importo. Questa agevolazione fiscale è stata introdotta per la prima volta nel 2022 ed è la prima volta che viene aumentata. La validità dell’agevolazione è stata prorogata dalle autorità prima per il 2023 e poi per il 2024. Tuttavia, non è chiaro se l’agevolazione continuerà anche nel 2025.

Questa modifica si applica a tutti i settori di attività, ad eccezione dell’industria agroalimentare e dell’edilizia (si tratta di attività con codici CAEN previsti dal Codice Fiscale), dove i salari minimi fissati dal 1° novembre 2023 rimangono a 3.436 lei (con un salario minimo netto di 2.396 lei) nel settore dell’industria agroalimentare e a 4.582 lei (con un salario minimo netto di 3.196 lei) nel settore dell’edilizia.

Il modo in cui viene fissato il salario minimo lordo nel Paese cambierà nel prossimo periodo, nel contesto della Direttiva europea n. 2.041/2022, che dovrà essere recepita nella legislazione nazionale entro il 15 novembre 2024. In pratica, il salario minimo non sarà più fissato in seguito a negoziati tra il Governo e i rappresentanti dei sindacati e dei datori di lavoro nel Consiglio nazionale tripartito, come in precedenza, ma sulla base di un chiaro meccanismo di calcolo che terrà conto del potere d’acquisto, del costo della vita, del livello generale dei salari e della loro distribuzione, del tasso di crescita dei salari e della produttività.

L’aumento del salario minimo di base a 3.700 lei andrà a beneficio di 1.871.266 dipendenti. Lo Stato stima che quest’anno raccoglierà più di 2,3 miliardi di lei da tasse e imposte sui salari portati a 3.700 lei, e l’anno prossimo l’importo dovrebbe salire a più di 5,5 miliardi di lei.

L’aumento del salario minimo lordo di base del Paese ha sempre un impatto molto più complesso, con un effetto boomerang per l’intera economia. L’aumento del salario minimo lordo di base del Paese ha un impatto anche su altri obblighi legati a questo salario: il contributo per le persone disabili non assegnate, la base annuale per il calcolo dei contributi previdenziali nel caso di persone che percepiscono redditi da lavoro autonomo/diritti di proprietà intellettuale, il massimale dell’importo dei contributi previdenziali e sanitari dovuti da persone che percepiscono redditi non da lavoro, ecc.

In base alle disposizioni dell’articolo 4, comma 3, del decreto legislativo n. 905/2017 sul registro generale dei dipendenti, i datori di lavoro hanno a disposizione un massimo di 20 giorni lavorativi dalla data in cui si verificano, ovvero fino al 26 luglio 2024 compreso, per presentare le modifiche.