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deAdela Cristea Febbraio 21, 2008

Cosa dobbiamo sapere su contratti collettivi di lavoro?

Analisi pubblicata nella rivista Consulting Review

Il contratto collettivo di lavoro rappresenta un accordo concluso in forma scritta, tra il datore di lavoro, da un lato, e dall’altro, da parte dei lavoratori, attraverso i loro rappresentanti assegnati o dove vi è il caso, dai sindacati. In quest’accordo sono stabiliti clausole riguardanti le condizioni di lavoro, la retribuzione, come pure gli altri diritti e gli obblighi determinati da rapporti di lavoro. Tutte le aziende che hanno almeno 21 dipendenti sono obbligati dal codice del lavoro (legge n. 53/2003, ripubblicata) a concludere contratti collettivi di lavoro.

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Analisi pubblicata nella rivista Consulting Review

Il contratto collettivo di lavoro rappresenta un accordo concluso in forma scritta, tra il datore di lavoro, da un lato, e dall’altro, da parte dei lavoratori, attraverso i loro rappresentanti assegnati o dove vi è il caso, dai sindacati. In quest’accordo sono stabiliti clausole riguardanti le condizioni di lavoro, la retribuzione, come pure gli altri diritti e gli obblighi determinati da rapporti di lavoro. Tutte le aziende che hanno almeno 21 dipendenti sono obbligati dal codice del lavoro (legge n. 53/2003, ripubblicata) a concludere contratti collettivi di lavoro.

Analisi pubblicata nella rivista Consulting Review

Il contratto collettivo di lavoro rappresenta un accordo concluso in forma scritta, tra il datore di lavoro, da un lato, e dall’altro, da parte dei lavoratori, attraverso i loro rappresentanti assegnati o dove vi è il caso, dai sindacati. In quest’accordo sono stabiliti clausole riguardanti le condizioni di lavoro, la retribuzione, come pure gli altri diritti e gli obblighi determinati da rapporti di lavoro. Tutte le aziende che hanno almeno 21 dipendenti sono obbligati dal codice del lavoro (legge n. 53/2003, ripubblicata) a concludere contratti collettivi di lavoro.

Dato alla grande importanza che il contratto collettivo di lavoro ha per ogni organizzazione, assicurando costanza nei rapporti di lavoro tra lavoratori e datori di lavoro, il mio consiglio è di assicurarvi che siete in uno stato di preparazione di questo documento, per non dover concluderlo sotto la pressione del tempo, una volta che avete raggiunto il numero legale dei dipendenti.

C’e una serie di fatti su cui dobbiamo essere consapevoli alla chiusura di un contratto collettivo di lavoro, come ad esempio: la durata del contratto, le condizioni di lavoro, le condizioni di retribuzione e di inizio e fine del rapporto di lavoro. A conclusione di un contratto collettivo di lavoro, dobbiamo prendere in considerazione una serie di decreti governativi, per la maggior parte la legge n. 53/2003r ripubblicata (Codice del lavoro), la legge 30/1996 ripubblicata (La legge dei contratti collettivi di lavoro), il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro, il contratto collettivo di lavoro a livello di settore, quando esiste.

Inoltre, io cercherò di rilevare alcuni elementi riguardando le principali clausole dei contratti collettivi di lavoro.

In primo luogo, i contratti collettivi di lavoro stipulati secondo le disposizioni di legge sono considerati il diritto delle parti. Tuttavia, gli accordi collettivi di lavoro non possono contenere clausole che potrebbero stabilire diritti sotto il livello stabilito attraverso accordi collettivi di lavoro conclusi ad un livello superiore. Intanto, i contratti di lavoro individuali non possono includere clausole che stabiliscono diritti a livello inferiore nei confronti di quelli stabiliti attraverso accordi collettivi di lavoro. Questo è il motivo perciò i diritti concessi da accordi collettivi di lavoro devono essere collocati a un livello intermedio tra i contratti di lavoro individuali e contratti collettivi di lavoro a livello di settore o a livello nazionale del economia.

Le previste del contratto collettivo di lavoro hanno effetti su tutti i dipendenti, indipendentemente dalla data d’assunzione o la loro appartenenza ad un sindacato.

Secondo la legge, i contratti collettivi di lavoro sono conclusi per un determinato periodo di tempo che non può essere inferiore a 12 mesi. A causa di queste disposizioni la maggior parte delle aziende scelgono un periodo pari con il periodo minimo, che significa un anno. Il mio punto di vista personale è che la conclusione di un contratto collettivo di lavoro per un periodo più lungo, di conseguenza 2 o 3 anni, è più vantaggiosa per la società, perché un periodo più lungo garantisce un ambiente più stabile per un lungo periodo; ed assolve la società dal tempo consumato ogni anno da entrambi, i dirigenti e dipendenti, per le trattative collettive. Tuttavia, secondo la legge, le clausole del contratto collettivo di lavoro possono essere modificati durante la sua esecuzione ogni volta che le parti sono d’accordo su questo fatto, con la condizione di soddisfare le formalità di comunicazione previste dalla legge dei contratti collettivi di lavoro (Legge 30/1996). Ebbene, la conclusione del contratto collettivo di lavoro per un periodo di tempo più lungo non ostacola le parti a migliorare questo contratto ogni volta che è considerato adeguata da entrambe le parti, ma nel frattempo non obbliga le parti a rivederlo ogni anno, nel caso in cui almeno una delle parti non ritiene necessario.

Un altro elemento importante per quanto riguarda l’accordo collettivo di lavoro, è la loro forma. C’è una tendenza all’interno di molte aziende per includere nel contratto collettivo di lavoro un ampio volume d’informazioni, al fine di colmare le lacune dei dipendenti per quanto riguarda della legislazione attuale. In altre parole, in molti casi le aziende decidono di includere nel contratto collettivo d’articoli da vari decreti governativi dal campo delle leggi sul lavoro, per renderli noti a tutti i dipendenti. Credo che quest’approccio è sbagliato da molte ragioni:

  • In primo luogo, il contratto collettivo di lavoro deve essere un documento sottile, che contiene meno informazioni inutili. Questo darà la possibilità sia ai dipendenti che all datore di lavoro di avere più trasparenza, rispettivamente, di operare facilmente con il contratto collettivo di lavoro ogni volta che è necessario.
  • In secondo luogo, le disposizioni del codice del lavoro sono in ogni caso obbligatorie; per cui non vedo nessun motivo per la loro inclusione nel nuovo contratto collettivo di lavoro.
  • In terzo luogo, inserire alcune delle attuali disposizioni di legge ai interno dei contratti collettivi di lavoro non c’e una scelta ispirata per il datore di lavoro, perché, in alcuni casi, la legislazione sul lavoro, cambia a favore del datore di lavoro. Ma in questi casi, se tale disposizione è inclusa nel testo del contratto collettivo di lavoro, questo rimarrà un diritto per le parti e il datore di lavoro non potrà beneficiare dei cambiamenti favorevoli della legislazione.

Non ultimo, gli accordi collettivi di lavoro devono corrispondere al regolamento interno della società, al fine di evitare contraddizioni o mancanze di regolamentazione. Vi consigliamo di includere nel regolamento interno una serie di norme disciplinari, organizzazione interna, orari di lavoro, anche le modalità di motivazione del personale, e di evitare la loro introduzione nel contratto collettivo di lavoro. Una ragione per la quale credo che il datore di lavoro deve tenere alcune regole all’interno del regolamento interno è che questo è un documento più flessibile rispetto al contratto collettivo di lavoro. Inoltre, consigliamo vivamente di evitare d’inserire alcune clausole in entrambi i documenti, perché in tal caso, una modifica porterà a cambiamento nei entrambi documenti, e allo stesso tempo la loro rinegoziazione, e questo modo, anche il numero delle formalità legali che devono essere compiute sarà doppio.