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deAdela Cristea Ottobre 30, 2008

L’autunno della nostra crisi…

Scrivevo all’inizio di quest’autunno un articolo riguardante le “Novità dell’autunno”. E concludevo dicendo che sicuramente non sarà un autunno monotono, ma sarà un autunno con tante sfide e probabilmente tante opportunità, tutte nei colori dell’autunno.

Ecco che sono passati soltanto due mesi, e questo autunno ci ha dimostrato che è molto diverso dagli altri già passati negli ultimi anni, diverso dal punto di vista economico. Di più, la crisi nella quale si era appena entrati all’inizio dell’autunno si è dimostrata profonda, sistemica, che ha scosso in profondità l’intero sistema finanziario internazionale e continua a scuotere l’economia mondiale. Sfortunatamente pero, non sarà soltanto una crisi autunnale ma è una crisi molto più profonda e dei quali effetti si risentiranno a lungo termine.

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Scrivevo all’inizio di quest’autunno un articolo riguardante le “Novità dell’autunno”. E concludevo dicendo che sicuramente non sarà un autunno monotono, ma sarà un autunno con tante sfide e probabilmente tante opportunità, tutte nei colori dell’autunno.

Ecco che sono passati soltanto due mesi, e questo autunno ci ha dimostrato che è molto diverso dagli altri già passati negli ultimi anni, diverso dal punto di vista economico. Di più, la crisi nella quale si era appena entrati all’inizio dell’autunno si è dimostrata profonda, sistemica, che ha scosso in profondità l’intero sistema finanziario internazionale e continua a scuotere l’economia mondiale. Sfortunatamente pero, non sarà soltanto una crisi autunnale ma è una crisi molto più profonda e dei quali effetti si risentiranno a lungo termine.

Scrivevo all’inizio di quest’autunno un articolo riguardante le “Novità dell’autunno”. E concludevo dicendo che sicuramente non sarà un autunno monotono, ma sarà un autunno con tante sfide e probabilmente tante opportunità, tutte nei colori dell’autunno.

Ecco che sono passati soltanto due mesi, e questo autunno ci ha dimostrato che è molto diverso dagli altri già passati negli ultimi anni, diverso dal punto di vista economico. Di più, la crisi nella quale si era appena entrati all’inizio dell’autunno si è dimostrata profonda, sistemica, che ha scosso in profondità l’intero sistema finanziario internazionale e continua a scuotere l’economia mondiale. Sfortunatamente pero, non sarà soltanto una crisi autunnale ma è una crisi molto più profonda e dei quali effetti si risentiranno a lungo termine.

Non ho intenzione di commentare le cause di questa crisi. Si scrive tanto oggi in riferimento. Voglio parlare del fatto che siamo molto impreparati a far fronte a questa situazione e del fatto che guardiamo irresponsabilmente , almeno in Romania, questa realtà.

Ai corsi di “Progettazione strategica” parliamo sempre della visione a lungo termine delle società commerciali, della capacità di anticipare le crisi e di far fronte a questo, della necessità di avere sempre un piano per le situazioni di crisi, il cosiddetto piano B ( oppure piano C e D ogni tanto..). Negli ultimi giorni ho notato con stupore quanto impreparate sono state tante grosse società per far fronte a questa crisi, quanto impreparati sono stati ad un confronto con “qualcos’altro” diverso dalle predizioni dei propri analisti. Questa mancanza di visione e la mancanza dei piani di riserva per queste situazioni ha gettato un mondo intero nel caos, svelando in anzi tutto una totale mancanza di responsabilità sociale della società, specialmente quelle del dominio finanziario – bancario.

E la crisi è ancora lontana dalla fine. Oserei dire che è appena cominciata, perché è una reazione a catena, che toccherà gradualmente tutti i settori dell’economia e che passeranno almeno 2 anni fino ad un momento di stabilità, di crescita reale.

Nonostante tutto, ci sono tante società commerciali che non fanno niente per prevenire gli effetti negativi della crisi, vediamo tanti manager completamente irresponsabili, convinti che la “loro nave” non può affondare, non può subire gli effetti della crisi, esponendo cosi al rischio le società che dirigono, con la loro arroganza. Vediamo tanti dipendenti irresponsabili, che ignorano il momento di crisi invece di mobilizzarsi, di mettersi domande del tipo “ come potrei fare il mio lavoro meglio in questi momenti in tal modo che io possa aiutare la società di superare meglio il periodo di crisi?” dipendenti che continuano a fare richieste assurde forzando la via verso l’orlo dell’abisso. Vediamo rappresentanti di sindacati, che hanno come ruolo principale quello di assicurare il benessere dei dipendenti e la sicurezza dei posti di lavoro, che hanno – vista la loro posizione, una responsabilità sociale, ma che forzano la mano dei datori di lavoro oppure quella dei governanti, non capendo che in questo momento le loro esagerazioni porteranno effettivamente alla perdita di più posti di lavoro.

Altroché la irresponsabilità di persone politiche, come è il caso del Presidente della Romania che promuove misure estremamente popolari, visto che siamo sulla soglia di una campagna elettorale, misure che avranno effetti negativi in economia in qualsiasi contesto, ma che, coniugate con la crisi attuale non fanno che accendere molto in fretta la miccia di questa bomba? La Romania è ancora al inizio della crisi! Par la maggioranza, la crisi non è ancora visibile. Nonostante questo, cominciamo a sentire ogni giorno notizie su fabbriche che chiudono, su società straniere che chiudono le loro operazioni in Romania, su società romene che non possono superare il momento per la mancanza di liquidità e per la mancanza della visione. Se a tutto questo aggiungiamo l’aumento del deficit budgetario e la rimessa in funzione della “stampante monetaria” per poter sostenere le promesse popolari dei politici, demagoghi, allora significa che dimostriamo una totale mancanza di responsabilità sociale e non solo, dimostriamo anche cinismo.

Anche negli Stati Uniti ha luogo una campagna elettorale. Forse più dura che la nostra. Ma ho visto i partiti politici belligeranti che hanno dato la mano per trovare un piano di salvataggio per il paese, ho visto due candidati alla Presidenza degli Stati Uniti dandosi le mani per trovare soluzioni riguardanti la crisi. Sfortunatamente non è il caso della Romania. Qui, la mancanza della responsabilità sociale è maggiore, ed il Presidente del paese, che dovrebbe essere un fattore di stabilità in questo tipo di situazioni, è la persona che butta il paese in crisi. Perché? Orgoglio puro…. Potete credere che tutto questo è possibile nel contesto internazionale attuale? Non sono un fan del Premier Tariceanu, e non sono mai stata. Dal mio punto di vista merita un 10 e lode per il modo in quale si è comportato nell’ultima settimana e per il fatto che si è assunto il rischio delle misure non popolari in piena campagna elettorale, con lo scopo di diminuire gli effetti negativi della crisi.

Ritornando all’autunno della nostra crisi ci chiediamo tutti cosa possiamo fare in questi momenti? La mia opinione è che dobbiamo prepararci i salvagente, dobbiamo rivedere i nostri piani per poter resistere sul mercato fin quando gli effetti della crisi si calmeranno, senza avere un’attitudine strettamente difensiva ma cercando di usufruire delle opportunità che la crisi ci potrebbe rilevare. Secondo la mia opinione le società commerciali che non intraprenderanno niente per prepararsi a questa crisi moriranno. Quelli che svolgeranno azioni soltanto per conservarsi e per superare il momento, con un può di fortuna sopravviveranno. E quelli che avranno un’attitudine pro attiva, regolarizzando i loro piani, ma non soltanto nel senso di protezione ma anche nel senso d’identificazione di nuove opportunità, usciranno vincenti da questa crisi, anzi, ancora più forti.

Io vi auguro di far parte della terza categoria! Quindi, che ci rivedremo tutti nella “primavera di questa crisi”.